QUELLI DEL "GHETTO"

Gli operatori del progetto InfoBus incontrano la compagnia alla Polisportiva Sacca, nata circa 3 anni fa e composta da ragazzi e ragazze tra i 12 ed i 16 anni.

QUELLI DEL "GHETTO"

Abbiamo incontrato "Il Ghetto" alla Polisportiva Sacca di Modena, un gruppo di una ventina di ragazzi e ragazze tra i 12 e i 16 anni nato all'incirca tre anni fa. L'incontro non è stato casuale: a Giugno il Presidente della Polisportiva ci aveva riferito di alcuni ragazzi che avevano avuto condotte al limite della legalità e quel giorno, contando su un improvviso acquazzone, speravamo di incontrarli al bar.

I ragazzi sono stati disponibili a chiacchierare con noi e ci hanno raccontato un po' di loro. Sono tutti studenti, di scuole diverse e tra di loro si considerano tutti amici perché si conoscono da molto tempo; passano il tempo giocando a carte o a calcio e prendendosi in giro tra loro, soprattutto sulle relazioni amorose. Alcuni ragazzi del gruppo sono stranieri e si sentono completamente integrati.

Ci raccontano del disagio che vivono nel quartiere Sacca di Modena, che ritengono privo di attività di svago e negozi (soprattutto di abbigliamento sportivo), lontano dal centro città e collegato male, ma ci parlano anche del disagio che vivono all'interno della stessa città di Modena, che considerano troppo inquinata e con troppi quartieri abbandonati (tra cui molti parchi) frequentati da adulti che fanno uso di droghe per cui i ragazzi non si sentono sicuri. Di loro nessuno consuma droghe e i pochi che hanno provato l' alcool lo hanno fatto in compagnia di ragazzi più grandi, come i fratelli. Ci dicono che gli piacerebbe andare in discoteca, ma al momento a Modena non ci sono discoteche che consentono l'accesso a ragazzi della loro età.

Ci raccontano poi della conflittualità con altri gruppi di coetanei presenti in città, in particolare un gruppo del quartiere Torrenova con cui hanno avuto uno scontro verbale.

Ci confessano che in un un passato, neanche molto lontano, hanno avuto problemi con la Polisportiva, hanno danneggiato gli ambienti e disturbato sia gli iscritti che il vicinato: lanciavano pietre, salivano sui tetti, ecc.. e ci parlano di una denuncia a carico della polisportiva di cui sono responsabili. Non a caso il nome del gruppo "il Ghetto", nato quando tre anni fa i ragazzi andavano in giro con bastoni a spaventare e minacciare la gente. Ricordiamo loro che se frequentano la polisportiva è perché ai gestori fa piacere che loro stiano lì pur non essendo iscritti e i ragazzi si mostrano consapevoli di questo e ci spiegano che adesso che sono cresciuti non fanno più danni, anzi, entrano in conflitto con le compagnie di ragazzi più piccoli che creano problemi alla Polisportiva. Ci offriamo allora di fare da portavoce col Presidente della Polisportiva per chiedere uno spazio, una sala che possa essere messa a disposizione dei ragazzi.

Proprio in quel momento incontriamo Giacomo che fa parte del consiglio della Polisportiva e col quale si sta cercando tutt'ora di portare avanti la mediazione.

In conclusione abbiamo notato che i ragazzi ci hanno accolto volentieri, sono stati ben disposti a parlare con noi, rispondere alle nostre domande e raccontarci del gruppo anche perché, ci hanno detto, gli abbiamo spezzato la routine portando novità in un giorno che altrimenti sarebbe stato uguale a tutti gli altri. Si sono mostrati entusiasti alla proposta di uno spazio tutto per loro e si sono assunti la responsabilità di autogestirsi partendo dall'elezione di due membri che all'interno del gruppo facciano da mediatori e portavoce.

Chissà come finirà, senza dubbio si è aperto un dialogo fatto di bisogni e richieste concrete, Forse non sarà semplice riuscire a soddisfare l'esigenza di questa compagnia anche perché si tratta per lo più di minorenni, ma a nostro avviso si tratta di un'occasione che non va sprecata.



Articolo a cura di Angela Tortora e Franco Mazzotti

Cooperativa sociale “Il Girasole”

Ottobre 2017