IN CINA, TRA UNIVERSITÀ E CAOS, MASSIMO RACCONTA

Ha partecipato ai "Sichuan Summer Course" ed ecco come gli è sembrato il paese

IN CINA, TRA UNIVERSITÀ E CAOS, MASSIMO RACCONTA

Massimo Ansaloni è un giovane modenese di 22 anni. Fin da piccolo ha la passione per l'ecologia, la natura e gli animali tanto da piacergli solo Scienze Naturali come facoltà universitaria. L'ho incontrato perchè è appena tornato da un viaggio-studio in Cina nella regione di Sichuan. Ha partecipato ad una selezione universitaria per partecipare al “Sichuan Summer Course”, un progetto di scambio culturale che la Cina rende disponibile a studenti di tutto il mondo.

Vitto e alloggio pagati, rimane comunque da pagare il viaggio e il visto di circa 1000 euro. Il gruppo di Max era di otto italiani, sei ragazzi e due ragazze, partiti in aereo per unirsi a tutti i partecipanti. Dopo la cerimonia di benvenuto hanno scoperto di essere stati spostati dai dormitori del campus in un hotel affianco, preferito dagli amici per l'assenza di coprifuoco. “La prima cosa che ho notato” racconta “è stata la nebbia di smog e l'umidità, a stare fermo sudavi, altro che modena” descrivendo il clima quasi tropicale del luogo. Il sole sbuca a fatica una volta al giorno e gli abitanti sono tutti pronti con gli ombrelli. Nonostante la chiusura della nazione al mondo occidentale, per quanto riguarda il cibo si può trovare di tutto, tenendo in considerazione che, in un paese così grande, anche tra le cucine locali ci possono essere differenze. Con pochi euro si mangiavano tanti cibi costosi, ma se ti “accontentavi” di una ciotola di riso con verdure pagavi 4 yan che, tenendo conto del rapporto 1 euro = 8 yan, è veramente poco. Probabilmente la decisione è voluta per rendere la nazione più competitiva ed economica ai mercati esteri.

A parte mangiare alle bancarelle e fare i turisti, l'unico loro compito era seguire le lezioni universitarie in inglese. Venivano accompagnati da un paio di ragazzi cinesi e il problema più grosso era che, a parte loro due, nessuno sapeva l'inglese. Andare a gesti era forse peggio, lo sapevate che in Cina ne usano di diversi?

Mi racconta di questo episodio che la dice lunga sulla città di Cheng-du nella quale risiedevano (capitale di Sichuan, 14 milioni di abitanti). Un giorno hanno deciso di visitare il Global Center, famoso per essere l'edificio più grande al mondo.

da wikipedia:

L'edificio ha una lunghezza di 500 m, una larghezza di 400 m e un'altezza di 100 m, ed è attualmente (2014) l'edificio più grande al mondo per volume (20 milioni di m3). Per avere un raffronto, l'edificio del Pentagono a Washington ha un volume di 2,74 milioni di m3, circa sette volte inferiore.


Erano sulla pista di pattinaggio quando il fenomeno del gruppo cade e la botta gli fa uscire una spalla. Arriva un medico in camice, bermuda e infradito. Ne sfila una, poggia il piede sulla spalla dell'amico, prende il braccio e lo tira. A questo punto il ragazzo non viene lasciato lì, con l'impronta sui vestiti, ma un'ambulanza lo porta in un ospedale ben difficile da intuire dalle scritte cinesi. I taxi non li volevano portare, sai te perchè, e provano così con i cosidetti “taxi abusivi”. Con loro funziona. Arrivano ad un ospedale di 10 piani e partono subito a cercare. Indovinate? Alla reception nessuno parla inglese. Dopo mezz'ora di tentativi, sbuca una bambina di otto/dieci anni che parla inglese meglio di tutti quanti messi insieme. Vengono mandati al nono piano dove, dopo aver “parlato” con lo staff di infermieri, capiscono di aver sbagliato struttura. Nel frattempo lo sfortunato era stato dimesso e si sono ritrovati in hotel. Quando ha mostrato le lastre, si sono accorti che si vedeva la collanina, non gli era stata tolta!

A Massimo è piaciuto anche contrattare con i venditori, un'abitudine che credeva fosse più dei paesi arabi, che fossero taxisti o cuochi di bancarelle a bordo strada. Una volta sono arrivati ad una di queste e subito il proprietario ha fatto alzare i cinesi seduti per fare spazio agli italiani. Quella volta, tra grigliata, riso e birre hanno speso 3,50 euro a testa. Li ha stupiti potersi sedere nello spazio di un commerciante con in mano il cibo di un'altro posto. Durante tutti gli spostamenti venivano bersagliati di attenzioni da tutte le parti, non sono abituati a vedere gli occidentali, avranno fatto più foto con le persone del posto che tra di loro! Nel centro città si può vedere molta ricchezza. Tante berline di bmw, maserati, cayenne, i taxi tutti volkswagen, gli scooter elettrici e tutti, ma proprio tutti, fanno quello che gli pare. Caos di strade tagliate, clacson, scooter sui marciapiedi, non rispettano i sensi unici e non si vedono incidenti.

Segreto per chi va in Cina:

i wifi sono dappertutto e la password è 88888888 (8 volte il numero 8)

Gli chiedo a proposito della dittatura, se e come viene sentita dalla popolazione, in quali tratti emerga. Secondo lui non ne hanno la percezione, sono “fuori dal mondo”, nel senso che sono dentro alla loro realtà e basta. Hanno il loro social network, non conoscono fenomeni conosciuti nel mondo occidentale come George Clooney e Il Signore degli Anelli. Conoscono solo cose cinesi. Hanno le loro star, i loro personaggi, canali, siti... Hanno chiesto ad alcuni se volessero andare via dal paese ma nessuno ha detto di sì. Tutti quanti gli studenti sono obbligati a fare un corso di sopravvivenza di due settimane, maschi e femmine. Massimo e i suoi amici sono riusciti a vederne a centinaia affrettarsi su grandi bus, diretti chissà dove, tutti vestiti in mimetico. Anche al campus hanno visto studenti allenarsi militarmente.

In generale al sabato sera non esce nessuno, anche durante la settimana, alle 22.30 / 23 circa si spegne tutto e le strade si svuotano. Una sera un russo li ha invitati nel suo locale. Lusso sfrenato, cinesi ricchissimi che, vestiti comodi alla “bene e meglio”, pagavano con mazzette di banconote decine di bottiglie di champagne molto costoso. I ragazzi erano gli unici a fare un po' di festa e, anche se gli veniva offerto tutto, i clienti rimanevano seduti, bevevano e stavano al cellulare.

Massimo è tornato e ora non si lamenta più del caldo, né del traffico. E' rimasto deluso perchè là le persone erano più ospitali, qui invece sono tutti spenti, svogliati e spesso anche snob. Adesso sta facendo tirocinio universitariosi possono produrre più ortaggi con meno uso d'acqua e senza l'utilizzo di fertilizzanti.

Il mio futuro” dice “non lo vedo bene in Italia. La Cina mi ha fatto pensare che forse posso stare meglio all'estero”. Gli piacerebbe andare in un paese caldo dove lavorare per la tutela degli animali.

Eugenio Bignardi