[SVE] INTERVISTA AL "VOLONTARIO" GIOVANNI ROSSI

Basta poco per far sorridere le persone e incoraggiarle a dare il meglio

[SVE] INTERVISTA AL "VOLONTARIO" GIOVANNI ROSSI

Quando hai deciso di fare questa esperienza?

L'opportunità dello SVE (Servizio Volontario Europeo) mi è stata presentata a scuola da una ragazza austriaca di nome Constanze Guczogi che stava facendo questa esperienza a Mirandola presso l'associazione S. Vincenzo. Da come ne parlava, sembrava davvero una cosa bellissima, così ho deciso di informarmi e sono riuscito a mettermi in contatto con lo staff di Going to Europe e di Europe Direct. Sono stato aiutato nella scelta da Barbara (Europe Direct) e da Marcella ( Going to Europe).

Cosa ti ha spinto?

Mi ha dato grande motivazione la mia esperienza personale, dalla quale ho capito che basta davvero poco per far sorridere le persone e incoraggiarle a dare il meglio di loro. Inoltre, la possibilità di mettermi alla prova in un paese straniero mi affascina. È un modo per staccare un po' dallo studio, ma, allo stesso tempo, serve a me per capire quale indirizzo di studi universitari scegliere.

Ha inciso più la meta o il progetto, sulla tua scelta?

Il progetto, relativo alle politiche giovanili, mi è da subito interessato. Si tratta di elaborare delle attività che servino a ragazzi con problematiche sociali ed economiche per renderli più sicuri di sé, aumentando la propria autostima, e per far sì che il loro rapporto con la società non sia difficoltoso. La meta, l'Inghilterra, non è stata importante nella scelta. Ho pensato solo alla tipologia di progetto per non escludere a priori nessuna destinazione.

Hai già maturato esperienze estere?

Sì, ho fatto due esperienze di “vacanze-studio” durante gli anni delle scuole superiori. Sono state molto costruttive, dal momento che si trattava della prima volta che venivo a contatto con una cultura completamente diversa da quella italiana. Ne sono rimasto molto colpito, positivamente.

Cosa più ti incuriosisce o cosa più ti preoccupa?

Le preoccupazioni sono poche, e mi auguro che tali rimangano, anche una volta arrivato là e iniziato il progetto ad Huddersfiel, nel West Yorkshire. Molti aspetti attraggono la mia curiosità; primo fra tutti, come dicevo prima, il potermi mettere in gioco in un ambiente non familiare e in un contesto sociale che è lontano da noi, in tutti i sensi.

Tre parole per definire le tue aspettative.

Come prima parola sceglierei “fearless”, senza paura: credo che sia importante essere ottimisti e partire con il minor numero di preoccupazioni possibile.

Per definire la seconda uso “curiosità”: è ciò che mi spinge a partecipare a questo progetto e dare il meglio di me stesso.

Infine, la terza parola che userei è “esperienza”: anche se molto giovane, la vita fin da piccolo mi ha messo di fronte a tanti problemi che ho dovuto affrontare da solo e non nascondo che avrei voluto un aiuto. Ecco quindi che l'aspettativa ultima è quella di mettere a disposizione la mia esperienza per rendere questo progetto un successo.

Pensi che questa esperienza potrà cambiare la tua vita?

Certo! In qualunque modo si concluda, è un periodo di un anno che trascorrerò all'estero lontano da tutte quelle persone a cui voglio bene, a partire dai miei genitori, persone splendide. Parto però con il presupposto e la speranza che tutto andrà bene e che perciò da questa esperienza potrò trarre il miglior profitto. Di mio ci metterò tutto l'impegno necessario affinché questo progetto rimanga in me come una delle più belle esperienze della mia vita.

Come e dove ti vedi fra un anno?

Non saprei. Avrei tanti progetti in testa e tanti desideri da realizzare. Molto probabilmente inizierò e porterò avanti il corso di studi universitari, magari proprio nello stesso ambito in cui farò lo SVE.