“Io non volevo cambiare città!”

“Io non volevo cambiare città!”

Giulia è madre di Mario un ragazzo che ha iniziato a frequentare la scuola superiore della città da qualche mese. Da poco la famiglia ha cambiato paese e Giulia è preoccupata dell'inserimento del figlio in questa nuova realtà. Un giorno Mario torna a casa con un occhio nero e non vuole raccontare niente di ciò che è accaduto alla madre. Dopo qualche settimana arriva la comunicazione dalla scuola che il ragazzo è stato sospeso perché ha minacciato un professore. La madre molto preoccupata si precipita a scuola e si trova davanti Mario serio e arrabbiato.

Le viene raccontato dal professore che da qualche tempo Mario ha un atteggiamento molto aggressivo nei confronti dei compagni e dei professori: è stato visto partecipare a  risse tra ragazzi e di fronte a un rimprovero da parte di un insegnante lo ha minacciato con le forbici. La scuola al momento ha deciso di sospenderlo per dare un segnale al ragazzo: un comportamento del genere non è accettabile in un contesto scolastico. Mario, a casa, si ostina a non parlare e Giulia e suo marito sono molto preoccupati perché non capiscono cosa stia succedendo a loro figlio.

Al ritorno a scuola Mario continua ad avere un atteggiamento aggressivo. La sua classe partecipa a un percorso sul Bullismo e le Prevaricazioni. Durante gli incontri tutti i ragazzi sono invitati a riflettere sui comportamenti violenti da loro messi in atto, sulle emozioni provate in quei momenti e sulle conseguenze avute. Mario, poco alla volta, si sente libero di parlare e rispettato dai mediatori e racconta quello che è successo. In accordo con i genitori e gli insegnanti i mediatori incontrano separatamente Mario. Grazie alla fiducia instaurata durante gli incontri parlano di quello che è sta accadendo al ragazzo. Emerge che lui è molto arrabbiato di aver cambiato città e incolpa i suoi genitori di questa scelta che non capisce. Nella città dove viveva prima lui si trovava bene e aveva molti amici. Proponiamo a Mario di parlare con genitori di questo e di sostenerlo in questo momento difficile.

Incontriamo dunque i genitori, prima senza Mario e poi con il ragazzo. Da quegli incontri la situazione comincia a cambiare: Mario è un po' più sereno, va meglio a scuola e sopratutto non si verificano più episodi di aggressività gravi.